I padri comboniani lasciano Villa Baratoff dopo 82 anni, ma la missione continua…

Padre Giorgio come mai questa scelta?
Sono alcuni anni che, come missionari comboniani, siamo in un processo di discernimento e di ricerca di nuovi cammini e modalità di missione in Italia. Questo a partire da un mondo, una Chiesa e una missione che cambia. Abbiamo scelto due parole-chiave: ridurre e qualificare. Ridurre, perché non abbiamo più i numeri e le forze di un tempo e con realismo dobbiamo guardare avanti concentrandoci su quello che siamo in grado di fare. E qualificare, perché la realtà cambia e non sono più efficaci i metodi, i linguaggi o le proposte del passato. Dobbiamo capire che, per essere significativi, dobbiamo rivedere, rinnovare e convertirci. La comunità comboniana di Pesaro da alcuni anni è impegnata in questa riflessione e cammino.
In tanti anni di presenza a Villa Baratoff, i comboniani sono diventati un punto di riferimento per la città. Oggi la notizia della vostra partenza è vissuta con tristezza da tutta Pesaro.
Desideriamo ringraziare Dio per questi anni, per la gente incontrata, per il bene ricevuto, per l’ospitalità, per il lavoro missionario svolto, per la fraternità e amicizia. Ma il cammino missionario continua. Cammineremo ancora insieme con speranza, in modo nuovo e fiducioso nel Signore. Siamo arrivati a Pesaro nel 1940, comprando e ristrutturando la Villa Baratoff, per farne un seminario e una scuola per i ragazzi delle medie. Centinaia sono stati gli alunni che hanno vissuto con gratitudine e gioia questa esperienza. I seminaristi poi diventati missionari sono stati 63. Ma a inizi anni ottanta i ragazzi sono diminuiti vistosamente e allora dal 1988 si è cambiata la finalità della comunità e della presenza. Dopo una impegnativa e dispendiosa ristrutturazione della casa si è iniziata un’attività di formazione permanente per i comboniani in Italia e per altri gruppi, una casa di incontri e di esercizi spirituali, un centro per giornate di spiritualità per giovani e gruppi parrocchiali, ma anche per feste e per accoglienza. E la comunità si è sempre inserita nel territorio e nelle diocesi vicine per un lavoro pastorale e missionario.
Quanto ha pesato in questa scelta la pandemia?
La pandemia di queste tre anni ha evidenziato le fragilità e ha accelerato il processo di revisione. La casa viene sempre meno utilizzata dai missionari comboniani per incontri e così anche dagli altri gruppi. E la nostra riflessione è stata che è davvero uno spreco e una mancanza di povertà non utilizzare a pieno di questa struttura, così bella, grande e funzionale. Riteniamo che sia importante che possa fare un servizio al territorio e alle persone.
In che modo?
Abbiamo aperto un dialogo con l’arcidiocesi di Pesaro, con le altre diocesi, con il comune di Pesaro, con altre realtà associative per un uso utile e interessante della struttura. Nei mesi scorsi sono arrivate alcune proposte. Dopo una lunga e attenta verifica si è arrivati a decidere di dare in comodato la Villa Baratoff ad un’associazione del territorio che si occupa di formazione per i giovani “Arte per la vita”, partire dall’arte per preparare alla vita, con una particolare attenzione a tematiche care a noi missionari: pace, fraternità, giustizia, interculturalità …
Quindi Villa Baratoff non sarà venduta?
No di certo. Rimarrà sempre dei comboniani, ma con un gruppo giovane e con un nuovo progetto. Il nostro trasferimento nella vicina Fano nasce dal fatto che nelle diocesi marchigiane abbiamo ancora diversi confratelli, una rete di amici e benefattori, gruppi di ex-alunni e un servizio missionario interessante che gravita su Pesaro, Urbino, Fano e Rimini.
Di cosa vi occuperete a Fano?
Ci sono pervenute alcune proposte per un inserimento e per un lavoro missionario in sintonia con il nostro progetto di una nuova presenza più piccola e sobria. Tra poche settimane ci traferiremo nel centro pastorale diocesano di via Roma 118. Da qui continueremo il servizio attraverso le varie reti e gruppi di amici per continuare ad aiutare il territorio nella sensibilità missionaria ai vicini e ai lontani, aprendo lo sguardo e il cuore al mondo e ai poveri, che è il carisma dei comboniani.
I missionari non mettono radici ma dopo 82 anni immagino che non sarà semplice neppure per voi partire.
Non sarà facile… è duro e doloroso partire, ma è un verbo missionario: uscire, andare… Lo si fa per amore di Dio, del Vangelo, dei poveri, di quanti ci sostengono e ci vogliono bene, della missione fino ai confini del mondo. Quindi abbiamo bisogna della vostra preghiera, vicinanza e amicizia. Continuiamo il cammino missionario, insieme, senza paura ma con speranza e gioia come ci ha sempre insegnato S. Daniele Comboni. Il nostro grazie va a tanti e per questo abbiamo organizzato un doppio appuntamento per un saluto insieme.
Di cosa si tratta?
Venerdì 8 luglio a Villa Baratoff alle ore 20.30 si terrà una “Serata brasiliana” promossa insieme al Centro missionario diocesano di Fano. Un momento di festa, musiche e testimonianze missionarie dal Brasile. Sarà con noi Nelson Machado, noto musicista brasiliano. Ci sarà anche Maria Josè Paixao, una signora brasiliana, che è stata miracolata da S. Daniele Comboni e da dove è partita la causa di canonizzazione. Sabato 9 luglio alle ore 20.30 celebreremo una S. Messa di ringraziamento e di ripartenza missionaria, presieduta dall’arcivescovo di Pesaro mons. Sandro Salvucci. La celebrazione sarà nel piazzale di Villa Baratoff ed è aperta a tutti e in particolare agli amici, ex alunni, benefattori

Questo è un articolo pubblicato il 01-07-2022 alle 16:06 sul giornale del 02 luglio 2022 - 5040 letture
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