Alloggi popolari, cambiano i requisiti per l’accesso e la permanenza

case popolari 3' di lettura 21/06/2022 - Il consiglio comunale si è aperto ieri con la discussione delle delibere. La prima, sottoposta al vaglio dell’aula – che l’ha approvata all’unanimità -, è stata quella presentata dall’assessora alla Sostenibilità e alla Coesione Heidi Morotti, sul “Recepimento, modifiche ed integrazioni al Regolamento comunale ‘Criteri e modalità di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata’”.

«L’abitazione pubblica è un importante strumento dell’Amministrazione a sostegno di quelle famiglie che vivono momenti di difficoltà e disagio. Compito del Comune è affiancare, a tale azione, anche l’inserimento di questi nuclei in percorsi di inclusione lavorativa e sociale». Tre le modifiche all'articolo 20 quater del Regolamento.

La prima cambia i “Requisiti per l’accesso e per la permanenza” prevedendo "L’abbassamento della quota di titolarità del diritto di proprietà o di altro diritto reale di godimento su un’abitazione ostativa della possibilità di beneficiare di un alloggio popolare, dal 50 per cento al 25 per cento".

La seconda introduce "l'onere, per i cittadini extracomunitari con residenza fiscale in un paese diverso dall’Italia, di presentare la documentazione reddituale e patrimoniale fornita da tale paese”.

La terza, "l’ulteriore condizione di non aver riportato, negli ultimi dieci anni, condanna per delitti non colposi per i quali la legge prevede la pena detentiva non inferiore nel massimo edittale a due anni". Morotti sottolinea che, «Le modifiche che più mi lasciano perplesse sono quelle inerenti le categorie sociali inserite come riserve. Non capisco perché ci debba essere una categoria che possa subentrare tra le stesse senza alcun requisito economico».

Le modifiche all'art. 20 quinquies “Disciplina delle assegnazioni e durata del contratto di locazione” recepisce la normativa regionale che inserisce, tra le riserve (che non potranno superare un terzo degli alloggi), anche le seguenti categorie sociali beneficiarie: nuclei familiari monoparentali con uno o più figli a carico; nuclei familiari composti da soggetti di età non superiore a 35 anni; soggetti vittime dei reati di violenza domestica; Per i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti viene inoltre aggiunta l’ulteriore riserva obbligatoria in favore dei soggetti appartenenti alle Forze dell’ordine e ai Vigili del Fuoco».

Il Regolamento cambierà anche nella parte relativa all’assegnazione dei punteggi: viene innalzato il punteggio relativo alla presenza di portatori di handicap (da 2 a 6 punti); viene aumentata a 35 anni l’età dei giovani componenti dei nuclei familiari ai quali i comuni devono attribuire una particolare premialità; viene attribuito maggior valore agli anni di residenza nel comune (da 0, 25 a 0,50 punti).

Vanzolini:«Stabilire le priorità dei beneficiari dev’essere terreno di un confronto politico onesto affiancato da un’analisi del tessuto sociale del territorio. La categoria privilegiata delle Forze dell’ordine, inserita senza requisiti di reddito, mi fa riflettere: non è attraverso questa misura che si rende onore al loro lavoro».

Andreolli: «Il Regolamento recepisce una legge regionale, non tarata sul solo territorio di Pesaro. L’avere dentro le case popolari un rappresentante delle forze dell’ordine significa avere una sentinella che può prevenire eventuali disagi». E ancora, «il recepimento fatto dal Comune è doveroso e giusto; e guarda, anche in prospettiva, all’attuazione di scelte politiche a supporto di situazioni di fragilità».

M. Gambini, sulla presenza delle forze dell’ordine tra le riserve degli assegnatari: «Allarmante pensare che qualcuno abbia pensato di affrontare il disagio mettendo negli alloggi i rappresentanti delle forze dell’ordine. Se invece la legge è stata pensata per dare una risposta a un bisogno è comunque fatta male: prevedere tale possibilità è sbagliato».

A. M. Mattioli: «Non è mettendo una figura delle forze dell’ordine che si garantisce la sicurezza dell’edificio; anzi, si va a gravare l’orario di lavoro di questi professionisti». «Buono invece - ha aggiunto - l’emendamento alla legge proposto dalla consigliera Micaela Vitri che ha introdotto, tra i beneficiari, i soggetti vittime dei reati di violenza domestica».

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Questo è un articolo pubblicato il 21-06-2022 alle 08:48 sul giornale del 22 giugno 2022 - 2700 letture

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