In scena il prestigioso oboe di Di Rosa a fianco della Form

Il flauto, strumento solista nel Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy descrive con sonorità idilliache e neoclassiche di stampo impressionista il meriggio del fauno all’ombra di un albero in una sorta di dormiveglia, dove realtà e sogno si trasfondono. L’oboe di Francesco di Rosa, solista di caratura internazionale, orgoglio marchigiano, primo oboe dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, sarà protagonista nel Concerto per oboe in Fa maggiore op. 13, n. 1, mirabile composizione di Giuseppe Ferlendis. Compositore italiano alla Cappella di corte di Salisburgo, Ferlendis fu egli stesso oboista virtuoso, tanto da incantare Mozart che scriverà proprio per lui nel 1777 il Concerto K. 314 in Do maggiore per oboe e orchestra.
Completano il programma della serata la celebre Ouverture da Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart e la Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D. 485 di Franz Schubert, scritta nel 1816, composizione che per freschezza e vivacità dei temi è considerata la più “mozartiana” tra le sinfonie di Schubert.
Francesco Di Rosa è considerato dal pubblico e dalla critica come uno dei migliori oboisti nel panorama internazionale. Già primo oboe dell’Orchestra del Teatro alla Scala, ha suonato nelle sale da concerto più prestigiose del mondo sotto la direzione delle più celebri bacchette contemporanee: Abbado, Giulini, Chailly, Gatti, Boulez, Sawallisch, Pretre, Maazel, Muti, Metha, Gergiev e Chung.
Unico oboista italiano a suonare come primo oboe con i Berliner Philharmoniker, nel giugno 2021 è stato nominato Cavaliere al merito della Repubblica Italiana dal capo dello Stato Sergio Mattarella.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 19-01-2022 alle 11:36 sul giornale del 20 gennaio 2022 - 309 letture
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