Lettera degli studenti del Liceo Marconi al dirigente scolastico: sotto accusa la gestione al 50% delle presenze

liceo "Marconi" 6' di lettura 01/02/2021 - Riportiamo la lettera di Andrea Sebastianelli, studente del 5° anno al Liceo Scientifico Marconi di Pesaro, indirizzata al Dirigente Scolastico Prof. Riccardo Rossini.

"Le scrivo per comunicarle che oggi (25 gennaio) alcuni studenti non verranno a scuola. Non sarà uno sciopero ma piuttosto una presa di posizione in merito al ritorno a scuola che, così organizzato, non mette d’accordo alcuni studenti, i quali nonostante ciò - preciso - seguiranno le lezioni da casa come fatto fino ad ora. Abbiamo organizzato un indagine (alla quale hanno partecipato circa 300 studenti) per capire cosa ne pensano del ritorno in classe e per questo le presenterò i dati a sostegno delle nostre argomentazioni. L’82,5% degli studenti partecipanti al sondaggio non condivide le scelte prese dall’istituto riguardo il ritorno in classe. Circa il 75% di questi sostiene che si debba modificare il piano di organizzazione sulla base di quanto vissuto lo scorso settembre. In seguito le riporterò le proposte concernenti.

Molti riconoscono che non sia ancora il momento di tornare a scuola: i dati riportano che a ieri ci siano ancora 498.834 persone attualmente positive, 13.331 nuovi casi nelle ultime 24 ore con 488 decessi. (https://opendatadpc.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/b0c68bce2cce478eaa c82fe38d4138b1). È chiaro come lo scontro tra il diritto all’istruzione e quello alla salute sia inevitabile ma personalmente credo sia necessario tutelare la decisione dello studente di restare a casa e di poter usufruire dunque della possibilità di seguire le lezioni a distanza.

Va però messo in evidenza come il lavoro svolto nei tavoli prefettizi sul tema, per esempio, del trasporto pubblico abbia prodotto risultati più che buoni e che la possibilità di poter usufruire dello screening gratuito da parte della Regione (seppur criticabile nell’organizzazione di ciò), permettano di riprendere l’attività in presenza con maggiori precauzioni.

Arrivando al tema principale della lettera, la gestione riguardante il 50% delle presenze è sotto accusa: la nostra scuola più di tutte le altre può comprendere cosa voglia dire avere la classe divisa tra presenza e distanza. Se al tempo potevamo essere d’esempio, ora è il contrario. Il 53% degli studenti indagati crede che ci possano essere modalità differenti e, seppur nel pieno dell’incognita, più redditizie sotto tutti i punti di vista. La certezza è che come a settembre non possa funzionare. È necessario modificare il piano che non sembra aver subito modifiche dallo scorso 14 settembre:

- Condividendo in parte il pensiero della dirigenza, è noto che le aule possano - per norma - ospitare fino al 100% degli studenti. Per questo proponiamo che il gruppo classe rimanga unito essendo questo possibile e attuabile. La divisione comporta grande difficoltà nel seguire le lezioni, essendo le spiegazioni inevitabilmente rivolte agli studenti in presenza. La modalità di confronto tra docente e alunni deve essere unica, quindi tutti in presenza o tutti a distanza. La divisione comporta tra l’altro la divisione della classe sotto ulteriori punti di vista, soprattutto quello sociale. Creando “Gruppo 1” e “Gruppo 2” è come se si formassero due classi parallele che non lavoreranno più in un'ottica di collaborazione ma al contrario di competizione, in particolare nel momento in cui entra il gioco il discorso dell’organizzazione di verifiche e interrogazioni. La divisione comporta ulteriore perdita di tempo: se da novembre fino ad ora sia il docente che gli studenti comunicavano tramite un unico canale (DaD) ora diventano due, quello in presenza e quello a distanza. Peccato però che il programma non sia modificato. Questo concerne il fatto di dover apprendere le stesse nozioni dei nostri compagni seppur in modalità differenti con un chiaro sfavoreggiamento per gli studenti a casa che torneranno a scuola e dovranno confrontarsi didatticamente su basi praticamente inesistenti.

- Poter alternare i Gruppi (solo in caso sia impossibile mettere in pratica altri tipi di organizzazione) giornalmente, dando più continuità al lavoro scolastico. - Solo classi prime e quinte al 100%. Le classi prime necessitano di poter fare gruppo coi compagni di classe. Siamo l’unica scuola in cui i ragazzi di prima non hanno conosciuto metà della propria classe per questo è necessariamente corretto dare la possibilità di potersi conoscere e fare gruppo, ricucendo in parte il divario sociale formato a causa dell’organizzazione dell’inizio dell’anno. Le classi quinte si trovano davanti uno scenario in cui mancano certezze e dove al contrario sanno di per certo di non poter concludere il loro percorso scolastico come avevano sperato. È chiaro, c’è una pandemia in atto con ancora 500 morti al giorno e tutti devono rinunciare a qualcosa. Ma qualora ci fosse la possibilità, crediamo che da parte della Scuola intesa come istituzione ci debba essere un chiaro supporto agli studenti che - a differenza degli stessi dell’anno precedente - hanno perso anche parte dell’anno scolastico scorso e non avranno più tempo di recuperarlo;

- Utilizzando il sistema dei due Gruppi, è necessario imporre un limite massimo di verifiche (scritte e orali) da svolgersi in presenza pari a 2. Così facendo, si potrà dare più senso anche a coloro che sono a casa, essendo loro stessi potenzialmente valutabili. Ciò comporta una maggior distribuzioni dei compiti che (secondo quanto vissuto i mesi precedenti) sarebbero altrimenti concentrati nelle settimane in presenza, con conseguente difficoltà anche per i docenti nell’organizzazione degli stessi;

- Proponiamo di poter utilizzare le aule che dispongano di spazi più grandi per poter svolgere attività didattica col 100% della classe. La legge sancisce che si debbano svolgere minimo 25 ore settimanali. La nostra scuola è inoltre dotata di ampi spazi utilizzabili. È vero che vengono già utilizzati per altre attività, ma come tutti noi stiamo rinunciando a qualcosa è altrettanto possibile che certi docenti rinuncino ai propri spazi. Ciò ci permette di organizzare una turnazione delle classi che utilizzano i laboratori, permettendo magari due o tre volte a settimana di potersi ricongiungere coi propri compagni, non necessariamente per tutta la durata della mattinata (che crea difficoltà qualora tutte le classi debbano usufruire di questa possibilità), ma anche solo per 2 o 3 ore giornaliere, potendo in ogni caso a fine settimana essere sicuri di aver effettuato il monte minimo di ore richiesto;

Abbiamo cercato di riassumere nel miglior modo possibile i nostri pensieri. In una Repubblica Democratica come la nostra, è doveroso ascoltare le opinioni di tutti e di conseguenza poterle mettere in discussione.

Noi come studenti facciamo la nostra parte: in questi tempi in cui la Scuola è contesa solo politicamente, noi siamo consapevoli di che cosa sia realmente. Senza di noi è chiaro: la scuola non ha senso di esistere. Con l'auspicio che questa lettera sarà oggetto di discussione, ribadiamo la nostra disponibilità al confronto e al dialogo perché “Vogliamo sì tornare, ma non così”.






Questo è un articolo pubblicato il 01-02-2021 alle 17:33 sul giornale del 02 febbraio 2021 - 13210 letture

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