15 milioni di euro di appalti pubblici bloccati, colpa dello “sblocca-cantieri”

appalti, lavori in strada 3' di lettura 23/05/2019 - Oltre 15milioni di euro di appalti pubblici bloccati in provincia di Pesaro e Urbino. Sono lavori relativi alla sistemazione di scuole, fognature, ristrutturazioni e consolidamenti di edifici e pertinenze pubbliche che aspettano solo di essere affidati ma che non partono.

Lavori che darebbero impulso all’economia e all’occupazione ma che restano bloccati. Il motivo? Non certo le prossime elezioni amministrative che, anzi, hanno indotto molti Comuni a spingere sull’acceleratore. Nulla di tutto questo quanto piuttosto in un decreto che a differenza del nome sblocca-cantieri, sta di fatto bloccando il settore. La sua controversa ed ancora confusa interpretazione (siamo alla quarta riscrittura), paralizza il comparto delle costruzioni. Molte amministrazioni pubbliche, insomma, non sanno che fare e come comportarsi e questo di fatto blocca le procedure per l’assegnazione degli appalti. Ad affermarlo è la CNA di Pesaro e Urbino.

“Si tratta - dice il segretario della CNA di Pesaro e Urbino Moreno Bordoni - di un decreto che ha molto deluso. Dal Decreto Sblocca-cantieri ci aspettavamo maggiore attenzione alle piccole e medie imprese, che invece continuano a provare difficoltà nell’accedere al mercato degli appalti pubblici. Al Codice degli appalti sono state addirittura introdotte modifiche peggiorative rispetto a quelle inserite nell’ultima Legge di Bilancio”. Per la CNA questo provvedimento non è in grado di imprimere la svolta attesa in un settore, le costruzioni, da sempre trainante dell’intera economia provinciale, ma che nell’ultimo decennio ha sofferto una crisi davvero pesante.

“In particolare - dice il responsabile provinciale di CNA Costruzioni, Fausto Baldarelli - continuano a mancare interventi che possano favorire la suddivisione in lotti dei maxi-appalti e la valorizzazione delle imprese del territorio. Il legislatore ha manifestato, inoltre, un atteggiamento schizofrenico, che ha disorientato tutti gli operatori. E’ il caso della riscrittura, per la quarta volta, dell’art. 36 del Codice appalti, relativo ai contratti sotto soglia, che nell’ultima (per ora) versione ha anche eliminato il provvedimento adottato con la legge di Bilancio 2019, che aveva innalzato a 150mila euro la soglia per l’affidamento diretto, salutato con grande favore dalle piccole imprese”.

Occorre focalizzare l’attenzione sulla suddivisione in lotti: troppi affidamenti, infatti, continuano ad avvenire attraverso maxi-gare con lotti di importo talmente elevato da escludere di fatto gli artigiani e le piccole imprese. Per la CNA vanno individuati anche strumenti per favorire la partecipazione di artigiani e piccole imprese locali al mercato degli appalti pubblici, garantendo quella vicinanza tra fornitore e Pubblica amministrazione che agevola gli interventi di manutenzione e assistenza, accelerando la realizzazione di lavori e la fornitura di servizi.

“C’è infine – concludono Bordoni e Baldarelli - la questione dell’aumento del limite di utilizzo del subappalto al 50%. Una decisione che potrebbe premiare le imprese non sufficientemente organizzate, a discapito di quelle in grado di realizzare in proprio le opere commissionate e che non trasferiscono sulle imprese più piccole responsabilità e oneri di cui dovrebbe farsi carico l’aggiudicatario”.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 23-05-2019 alle 11:47 sul giornale del 24 maggio 2019 - 1493 letture

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