Pesaro....la povera...o la grande???

I settori più coinvolti sono Turismo, Servizi e Commercio.
Per molti rappresentano l'unica alternativa al non lavoro e predispongono ad un futuro senza contributi.
Chiaramente un abuso che va ridimensionato, non è concepibile diventare complici di chi prepara un futuro da fame per i nostri ragazzi.
Ciò si aggiunge ai risultati catastrofici dell'applicazione del jobs act.
Dopo la fase iniziale che prevedeva notevoli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, terminate le risorse è arrivato il crollo, portando il saldo fra dimissioni e nuove assunzioni in zona nettamente negativa. L'ultima legge finanziaria ha portato i contributi per ciascuna assunzione a tempo indeterminato da 8000 euro a 3000.
I dati forniti dalla CGIL di Pesaro-Urbino, che ha elaborato quelli dei Centri per l'Impiego, evidenziano le grossissime difficoltà del dato pesarese rispetto a quelli delle altre province marchigiane...tutti negativi, Pesaro è l'ultima. A Pesaro il 40,4% in meno di assunzioni a tempo indeterminato, le altre oscillano fra il 31% ed il 36%.
A Pesaro, nel 2016, 5000 contratti a tempo indeterminato in meno rispetto al 2015, cioè il 13% in meno in un solo anno. Nell'analisi dei dati emergono numeri difficilmente spiegabili...come è possibile in un momento di disoccupazione galoppante, contare 11.000 dimissioni. Cioè non è che se ti dimetti trovi un altro posto di lavoro dietro l'angolo, non c'è la piena occupazione. In CGIL, la segretaria Ricci, paventa la possibilità di contratti a tempo indeterminato sottoscritti per riscuotere i contributi previsti dal jobs act, con incorporato l'accordo per le dimissioni.
Si continua a parlare delle realizzazioni delle amministrazioni locali, ma poi siamo sempre agli ultimi posti in termini di occupazione e sviluppo.
Tutti questi milioni svincolati dal patto di stabilità ed impiegati nel territorio non provocano alcun effetto diretto né stimolano alcuna produzione nell'indotto...continuiamo a soffrire sempre delle solite criticità...disoccupazione ed aumento del disagio sociale...forse bisognerebbe analizzare meglio il come utilizzarli, diversificandone l'impiego per creare ricchezza.
A presto!

Questo è un articolo pubblicato il 21-02-2017 alle 08:44 sul giornale del 22 febbraio 2017 - 3530 letture
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