Polizia senza difese, Lanzi (SIULP): "Lavoriamo in condizioni di quasi assoluta insicurezza"

polizia 3' di lettura 10/04/2015 - Solo quando ci scappa il morto si scatenano le polemiche. Dopo il tragico attentato alla redazione del settimanale satirico francese “Charlie Hebdo” le Questure invitarono le redazioni dei giornali a dotarsi di misure di sicurezza passive, quali blindature di ingressi e/o metal detector e sistemi di videosorveglianza.

Oggi, dopo che un imprenditore si è introdotto con una pistola all’interno del Tribunale di Milano uccidendo tre persone si processa il sistema sicurezza dei palazzi di Giustizia. Alcuni politici lo definiscono un fatto inaccettabile, che non doveva succedere. Altresì, noi denunciamo inaccettabili e sconsiderati i tagli delle risorse che hanno portato a un drastico abbassamento della sicurezza complessiva del nostro paese. Soprattutto in questo momento nel quale ci troviamo di fronte a una situazione eccezionale. Sono tanti i fattori che destano allarme e preoccupazione: la crisi internazionale e le minacce terroristiche correlate anche ai continui sbarchi sulle nostre coste, l’avvicinarsi di eventi straordinari come l’Expo a Milano, l’esposizione della Sacra Sindone a Torino e il Giubileo a Roma.

Per fronteggiare tali eventi sono già arrivate le disposizioni che prevedono l’aggregazione in tali sedi di personale della Polizia di Stato della nostra provincia. I nostri organici già ridotti all’osso subiranno ulteriori drastiche riduzioni: altro che rinforzi estivi! Il fatto veramente grave e veramente paradossale è che nessuno dei nostri presidi, dalla Questura alla Prefettura, dalla Polizia Stradale ai Commissariati di Fano ed Urbino, dall’Ufficio Immigrazione alla Polizia Postale e Ferroviaria, sono dotati di adeguati sistemi di controllo ai varchi di accesso.

Noi non sappiamo neanche cosa siano i metal detector. Nessun presidio ne ha qualcuno in dotazione. Abbiamo esclusivamente dei sistemi di video sorveglianza, in alcuni casi insufficienti. In tutti i nostri uffici, soprattutto nel corso della mattina, gli afflussi di persone sono veramente notevoli. Siamo noi l’Autorità preposta al rilascio della maggior parte delle licenze, dei passaporti, dei permessi di soggiorno. Molti cittadini vi accedono per presentare delle denunce o degli esposti, per essere ascoltate o interrogate in relazione a fatti penalmente rilevanti, per pagare delle contravvenzioni o denunciare dei sinistri.

E’ inaccettabile che non vi siano dei metal detector o delle modalità di accesso che consentano un approfondito ed efficace controllo delle persone che accedono ai nostri Uffici. Proprio noi che dobbiamo garantire la sicurezza dei cittadini, siamo i primi a lavorare in condizioni di quasi assoluta insicurezza! Addirittura, nei Commissariati di Fano e Urbino, coloro che vigilano l’accesso alla struttura, quasi sempre un unico operatore, svolgono contemporaneamente funzioni di sala operativa, con una moltitudine di incarichi connessi e con evidenti violazioni della privacy, in quanto il varco d’ingresso e la sala operativa sono contigui e le comunicazioni radio possono essere sentite da estranei.

Perché si fa finta di niente? Perché nessun politico solleva il problema sicurezza dei presidi delle forze di polizia? Il nostro timore è che per avere la semplice speranza che qualcosa possa cambiare e che le coscienze si sveglino sia necessario attendere che, ancora una volta, accada una tragedia.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 10-04-2015 alle 10:52 sul giornale del 11 aprile 2015 - 1447 letture

In questo articolo si parla di polizia, siulp pesaro

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