Film Festival, è arrivato Nanni Moretti

nanni moretti 6' di lettura 29/06/2012 - La quinta giornata della 48. Mostra Internazionale del Nuovo Cinema è stata segnata dall'arrivo a Pesaro di Nanni Moretti - con i primi incontri a lui dedicati - e dall'importante tavola rotonda dei documentaristi presenti al Festival.

Senza ovviamente dimenticare il concorso, i doc italiani e tutte le sezioni collaterali. La giornata ha preso il via con la proiezione speciale di Ciao Silvano! di Tekla Taidelli, in ricordo di Silvano Cavatorta , storico direttore della rassegna milanese “Filmaker”, grande scopritore di talenti e promotore del cinema italiano di qualità. La regista del documentario è stata una delle giovani scoperte da Silvano e ha realizzato un lavoro distantissimo dai soliti doc “memoriali”, infarcendolo di rabbia e ritmo per un ricordo che sarebbe piaciuto allo stesso Silvano. Presenti in sala a ricordarlo anche la vedova Laura Asnaghi e il nuovo diretto di “Filmaker” Luca Mosso.

La giornata al Teatro Sperimentale è proseguita poi con la tavola rotonda intitolata Il documentario “sociale” dal cinema al web, coordinata dal direttore artistico del Festival Giovanni Spagnoletti, il giornalista Maurizio Di Rienzo e il regista Marco Bertozzi. Ad essa hanno partecipato tutti i documentaristi presenti a Pesaro in questi giorni a cominciare da Gianfranco Pannone passando per Paolo Pisanelli, Sergio Basso, Mariangela Barbanente, Monica Repetto e molti altri.

L'incontro è stata un'occasione per fare il punto sul documentario nostrano e discutere sui suoi sviluppi futuri grazie all'uso delle nuove tecnologie, per uno sfruttamento ponderato e costruttivo del web in tutte le sue forme, dai social network alla distribuzione in streaming. Per quanto riguarda i documentari veri e propri, tre sono stati i lavori presentati oggi. Due provengono dalla coppia Felice D'Agostino e Arturo Lavorato i quali hanno presentato Noi dobbiamo deciderci e In attesa dell'avvento.

Il primo è un lavoro che, come Ju tarramutu (proiettato giovedì), parla di disastri naturali, nello specifico dell'alluvione di Vibo Valentia del 2006. Mentre l'Italia tutta era davanti alla televisione seguendo la nazionale di calcio che vinceva i mondiali, in Calabria si lottava contro acqua e fango. Il film è una testimonianza poetica e militante del primo mese da alluvionati degli abitanti del territorio. Il secondo lavoro riflette, in occasione dei 150 anni d'Italia, sulle date: 1861, 1971, 2011. Alle celebrazioni istitutuzionali la coppia di registi contrappone il 1971, anno della rivolta di Reggio Calabria, per sovvertire l'ordine confortante e retorico spesso assegnato alle date, per introdurvi un elemento destabilizzante. Un modo per ricordare i tanti nodi irrisolti (e ignorati) della storia italiana.

Il terzo doc di giornata torna a parlare, dopo Palazzo delle Aquile, di un'altra emergenza abitativa nel Sud Italia. Con Ferrhotel di Mariangela Barbanente ci spostiamo dal municipio di Palermo alle vicinanze della stazione centrale di Bari. Qui, in un hotel ormai dimesso, cercano di vivere e sopravvivere una comunità di somali, composta soprattutto da ragazzi. Non sono clandestini, hanno un permesso di soggiorno in mano e hanno occupato questo luogo dimenticato dalle istituzioni per provare a cavarsela da soli. L'autrice pugliese, che con questo lavoro ha vinto anche un premio al Festival di Torino, racconta con sguardo partecipe le storie di questi giovani e le loro difficoltà: nel trovare lavoro, nelle odissee burocratiche, nel provare, “semplicemente”, a trovare un posto nella società italiana.

Il concorso Pesaro Nuovo Cinema - Premio Lino Miccichè , si è concluso venerdì con la proiezione delle ultime due delle sette opere selezionate: l'unico film italiano selezionato, Un consiglio a Dio di Sandro Dionisio e Djeca/Buongiorno Sarajevo di Aida Begic. Il film italiano, prodotto da Gianluca Arcopinto, è un interessante esperimento “crossover” che mescola in maniera originale cinema, documentario e teatro per raccontare la storia di un “trovacadaveri”, un uomo che raccoglie i corpi senza vita dei clandestini che giungono sulle spiagge del litorale italiano. Storia di solitudini e sofferenze.

Il film bosniaco è invece stato scelto per la proiezione serale del “Cinema in Piazza” per far conoscere al pubblico la condizione di Sarajevo a quasi venti anni dalla guerra. La regista lo fa attraverso la storia di due giovani, orfani appunto a causa della guerra, e delle loro difficoltà nell'inserirsi nella società contemporanea dove i figli delle vittime del conflitto vengono abbandonati a loro stessi. La sorella maggiore sembra trovare conforto nell'Islam e vorrebbe portare anche il fratellino dalla sua parte, ma finirà per scoprirne invece la doppia vita.

Quella di venerdì è stata però soprattutto la giornata dell'arrivo di Nanni Moretti a Pesaro. L'autore, protagonista del 26. Evento speciale italiano, ha subito iniziato la serie di incontri previsti che andranno avanti fino a domenica 1. Il primo evento si è svolto presso la Galleria Franca Mancini, dove ha presenziato la mostra fotografica intitolata “Nanni Moretti, il lavoro del set da Aprile a Habemus Papam”, incentrata sulle foto dal set dei suoi film, con oltre cinquanta scatti dei più importanti fotografi di scena italiani.

Moretti ha poi impreziosito con delle introduzioni personali le tradizionali proiezioni serali a lui dedicate al Teatro Sperimentale. Alle 21 è stato il turno della Palma d'Oro La stanza del figlio, film ambientato proprio nelle Marche, e alle 23 de La Cosa, suo documentario del 1990 nel quale riprende frammenti di alcuni dibattiti all'interno di otto sezioni del partito Comunista, in occasione della proposta di Achille Occhetto di rifondare il partito.

A seguire ha presentato anche Il diario del Caimano, diario di lavorazione del suo film del 2006. Infine è stato proiettato in Piazza, a precedere Djeca, il suo divertente corto Il giorno della prima di Close-up, nel quale un inedito Nanni in versione esercente del cinema Nuovo Sacher, si rivela datore di lavoro puntiglioso che cura in tutti i particolari i preparativi per la proiezione del film di Kiarostami.

La giornata di venerdì si è conclusa con il quarto e ultimo appuntamento con lo spazio notturno di ROUND MIDNIGHT che ha ospitato Antonietta De Lillo e il suo “film partecipato” nel quale sono confluiti materiali dai lavori di Luca Musiello, Laura Angiulli, Matilde De Feo, con home movies e inchieste preparatorie del progetto Oggi insieme domani anche.

De Lillo ha spiegato che il film partecipato è una piattaforma all’interno della quale chiunque può proporre piccoli film di narrazione della realtà, atomi che poi entrano in un altro grande organismo, il film collettivo appunto, che all’inizio è solo una generica cornice: il Natale o l’amore; momenti di condivisione in cui il rapporto con l’altro diventa centrale ed irrinunciabile.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-06-2012 alle 18:32 sul giornale del 30 giugno 2012 - 1010 letture

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