C'era una volta...un piccolo corso d’acqua nel centro storico, la vignetta di Cardoni

C'era una volta...un piccolo corso d’acqua nel centro storico, la vignetta di Giacomo Cardoni 3' di lettura 19/06/2012 - C'era una volta … proprio vero! Le storia che vi voglio raccontare è ormai un ricordo di un piccolo corso d’acqua che si infilava tra le case del centro storico. Se avete voglia di ripercorrerlo, vi suggerisco anche un piacevole passeggio. Recatevi pure al lato del ristorante che sembrerebbe aver preso il nome proprio ad hoc per la narrazione: “C'era una volta”…

Il racconto e il percorso, iniziano proprio da li. Dunque, se siete arrivati oramai nei pressi di Galleria Roma, immaginatevi a questo punto, di azzerare l’intero edificio in cemento sopra le vostre teste, fino a vedere nuovamente il cielo azzurro e i sanpietrini sotto i vostri piedi. Per terminare l’opera con un altro pizzico di fantasia, dovreste iniziare a scavare. Si! scavare un bel fossato, accogliendo un canale che arriva dritto dritto dalla parrocchia dei Cappuccini.

Il corso d’acqua era chiamato Vallato e forse più per la morfologia del suo letto che per altro, non gli fu assegnato un vero e proprio nome; d'altronde era un vero e proprio fossato interno alla città. Discendeva dalle colline e una volta arrivato in piazza Lazzarini era sufficiente ad azionare "nientepopodimeno" che: le pale di un mulino. Questo spazio era il punto di frangitura delle campagne vicino alle mura della città. Il mulino fu costruito dopo la guerra ma non durò abbastanza da essere ricordato, un po’ come la storia del Vallato che è scivolato via sotto le strade del centro non lasciando più traccia.. ma proviamo a ripercorrerlo in superficie.

Allora! con spalle a “Galleria Roma” iniziate a passeggiare lungo “via Venturini” fino ad arrivare proprio in “via del Vallato”, unica testimone rimasta di questa storia. Seguite per “via Ferruccio Mengaroni” ed arriverete proprio ad intersecare “Il Corso”, sbattendo contro lo storico bar che fa angolo. Ecco, proprio li, c'era una volta "nientepopodimeno" che: un altro mulino. Era un poco più esteso del primo, sempre al posto del bel palazzone in cemento che rimane, se vogliamo riconoscerlo, anonimo rispetto agli altri. Beh! Se demolite anche quello, ripristinando uno spiazzo di fantasia, forse potreste immaginarvi nuovamente di rivedere il Vallato che aziona la grande ruota del Mulino del Corso. Fantastico no!?

Sembra tutta un'altra Pesaro così. Quello che vi voglio dire per concludere, è aver scoperto l’importanza di cercare una storia, ovunque sia, anche alla fermata del tram, perché si incontrano persone che custodiscono ancora, tra le parole e le nebbie dei ricordi, tesori oramai perduti e sepolti. Si incontrano persone che riescono davvero a stupirti quando iniziano a narrarti le loro apparenti - scontate - incredibili vite.

Dovrebbe essere un esercizio da prescrivere a tutti: una storia al giorno, subito dopo i pasti, accompagnata da un buon bicchiere di vino o un caffè!


   

da Giacomo Cardoni











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