Di Domenico: 'oltre 700mila euro di crediti esigibili nei servizi educativi, vi sembrano pochi?'

Alessandro Di Domenico Consigliere Comunale P.d.l. Pesaro 2' di lettura 19/06/2012 - Oltre 700mila euro di crediti esigibili dai servizi educativi. Ecco quello che emerge dagli incartamenti forniti, su mia esplicita richiesta, dai servizi comunali a seguito di una commissione nella quale il dato emerso era di 500mila euro.

Voglio essere positivo e ragionare su 500mila euro che dovremmo riscuotere, ma che in termini di gestione del bilancio comunale valgono come 1 milione di euro nella possibilità di spesa del Comune, ma nessuno dice nulla. I vari assessori continuano a ripeterci che non ci sono i soldi per intervenire anche con importi ridicoli come 4mila euro per ripristinare un giardino di una scuola dell’infanzia, poi si scopre che i servizi educativi hanno ancora circa 500mila euro di crediti esigibili dai cittadini che hanno usufruito sei servizi comunali dell’infanzia.

Da circa tre anni in cui sono Presidente della Commissione Bilancio ho sempre insistito con la ragioneria che i residui attivi, così chiamati tecnicamente, debbano essere tenuti sotto stretta sorveglianza perchè rappresentano complessivamente oltre 2 milioni di euro da riscuotere. E' ancor più evidente che più il tempo passa e meno sono le probabilità che i crediti possano essere riassorbiti, quindi occorre che sia posto un termine temporale, non oltre i 3 anni, nei quali si proceda nella riscossione.

500mila euro che entrano per cassa, cioè contanti, e vanno in spesa corrente, potrebbero tradursi in investimenti in opere pubbliche. Credo che una maggiore attenzione a non disperdere queste risorse sia doveroso da parte di tutti i soggetti interessati. Non è importante se l'incidenza dei mancati introiti siano compresi tra il 3,7 – 4,5 % di tutta la spesa corrente, quello che ci importa da cittadini è che la finiscano di dire che non ci sono i soldi, soprattutto per i servizi all'infanzia, e che si proceda anno per anno alla verifica dello stato di riscossione.

È evidente che la crisi di questi anni ha contribuito ad aumentare l’insolvenza da parte delle famiglie, ma allora il fondo anticrisi di 170mila euro a cosa serve? Siano i servizi stessi ad indirizzare le famiglie ad attingere da questo fondo, prima che il “buco finanziario” diventi incolmabile.


   

da Alessandro Di Domenico
 





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 19-06-2012 alle 19:04 sul giornale del 20 giugno 2012 - 902 letture

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