Ematologia, i risultati della ricerca molecolare per diagnosticare i tumori del sangue

Dr. Giuseppe Visani, Primario reparto di Ematologia Ospedale San Salvatore Pesaro. 2' di lettura 19/04/2012 - Pubblicata su una nota rivista internazionale gli esiti dello studio condotto da Giuseppe Visani in collaborazione con l’università di Bologna e il supporto di Ail Pesaro.

Potrebbe avere risvolti del tutto rivoluzionari la ricerca pubblicata su Plos One, una delle riviste più importanti al mondo di medicina molecolare, condotta dall’equipe di Emotologia di Marche Nord con il supporto del Laboratorio analisi e dell’Anatomia patologica dell’azienda, in collaborazione con Ail Pesaro e il laboratorio di Patologia Molecolare dell'Emolinfopatologia dell'Università di Bologna diretto dal Professor Pileri.

I risultati dello studio, durato circa tre anni, potrebbero migliorare la diagnosi delle malattie croniche mieloproliferative, “in parole povere dei tumori del sangue – spiega Giuseppe Visani, primario del reparto – che in alcuni casi si trasformano in leucemie acute e croniche. Quello che abbiamo cercato in questi tre anni erano proprio le alterazioni nascoste. Tra le tante cose che il nostro organismo produce di sbagliato, abbiamo trovato un’anomalia particolare e ricorrente nei pazienti selezionati che riguarda la presenza di troppo di Dna, più di 4 volte rispetto al normale, sul cromosoma 20. Il cromosoma 20 – continua Visani - per la mielofibrosi è come uno dei quadri di comando principali per una macchina: una cruna dell’ago, per così dire, per molti nuovi farmaci. L'identificazione di questa nuova lesione rappresenta un importante passo avanti nella “medicina molecolare” e, di conseguenza, un passo avanti nella diagnosi e nella cura di queste malattie del sangue”.

Ancora una scoperta rivoluzionaria per l’equipe di Ematologia che negli ultimi anni ha prodotto ricerche, sperimentazioni e nuovi protocolli clinici applicati in molti centri europei e americani. L’ultima ricerca in ordine di tempo ha riguardato i pazienti colpiti da linfoma con malattia in stadio avanzato e sottoposti ad una nuova terapia ad alte dosi prima dell’autotrapianto di cellule staminali. Uno studio che ha superato i confini della sperimentazione per diventare un protocollo a tutti gli effetti già applicato in tre centri americani (Chigaco e Wisconsin) e in Germania.“Questo studio non si è fermato ma in corso ne abbiamo altri che riguardano, per esempio, la leucemia acuta; inoltre abbiamo in corso sperimentazioni di medicina molecolare con l’università di Urbino e con quella di Bologna”. Visani conclude: “L’azienda ha molte ricerche e sperimentazioni in corso e il dibattito non è solo sul sito dell’ospedale unico”.


   

da Ospedali Riuniti Marche Nord








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