Sindacati e imposta di soggiorno: 'Una posizione davvero singolare'

Presidente Confesercenti di Pesaro e Urbino, Alfredo Mietti 2' di lettura 03/11/2011 -

La posizione dei sindacati provinciali sull’imposta di soggiorno è davvero singolare. Ne chiedono l’utilizzo come fosse un normale strumento di tassazione locale e accusano le associazioni di categoria di non credere nel settore turistico o, al tempo stesso, di sopravvalutarne la portata. Prima cosa: l’imposta di soggiorno non è una normale tassa locale.



Può essere applicata solo in determinati comuni e solo per finanziare attività pubbliche a sostegno del comparto. Insomma non se ne può fare un uso distorto pensando di liberare altre risorse per altri settori dell’attività pubblica. A questo proposito ribadiamo la nostra contrarietà all’imposta e ribadiamo anche che, laddove sia malauguratamente istituita, essa va per legge sostenuta da un accordo di programma dettagliato nel quale si descrivano le finalità di sostegno del comparto turistico che essa andrà a finanziare. Seconda cosa: se il turismo non è ancora un settore importante per l’economia del nostro territorio è solo per le scelte sbagliate fatte dalle amministrazioni locali che non ci hanno mai capito un granché e dal mondo economico e finanziario locale che lo ha inteso soltanto come un settore dell’edilizia nel quale investire i proventi dei tempi d’oro dell’industria del mobile, dell’edilizia e della meccanica.

Gli imprenditori del settore, che come a Pesaro non sono quasi mai i proprietari delle strutture, sono preoccupati per il futuro delle loro attività e valutano che aggravare di un altro balzello il costo della vacanza famigliare caratteristica del nostro turismo sia un errore. Non ne hanno motivo? Oppure al sindacato sfugge la grave situazione di crisi economica che l’Italia e l’Europa stanno attraversando? Lo sa il sindacato che il nostro settore già sconta l’Iva più alta d’Europa? E lo sa che la concorrenza di altri e nuovi mercati è devastante anche per il costo ridotto degli investimenti immobiliari e del lavoro sottopagato che utilizzano? Una cosa è certa: se calano arrivi e presenza e si riduce ancora il loro valore economico il settore non potrà crescere.

Anzi qualche impresa sarà costretta a ridimensionarsi o a chiudere con effetti negativi sull’occupazione del settore: meno imprese e imprese più piccole offriranno certamente meno occupazione! Deve preoccupare un po’, questo scenario, il nostro sindacato? La risposta dovrebbe essere scontata! Ma è cosi?


   

da Alfredo Mietti
presidente provinciale Confesercenti




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 03-11-2011 alle 15:12 sul giornale del 04 novembre 2011 - 962 letture

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