Lettere dal carcere, debutta lo spettacolo ispirato all'opera omonima di Gramsci

Kiwani 3' di lettura 17/05/2010 - In un lungo laboratorio teatrale nella Casa Circondariale di Pesaro a cura del Teatro Aenigma nell’ambito del progetto “La comunicazione teatrale”, gli interpreti della Compagnia Lo spacco, formazione costituita da attrici e da attori detenuti nell’Istituto, offrono una testimonianza del proprio vissuto e della straordinaria vitalità che la scrittura offre.

I protagonisti hanno cercato punti di riferimento e di collegamento nell’incontro tra la propria esperienza e quella dell’intellettuale sardo, scomparso nel 1937 all’età di 46 anni, dopo una lunga detenzione per motivi politici durante il Fascismo. Le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci, testimonianza umana straordinaria e capolavoro letterario, raccontano gli sforzi compiuti dall`autore per sopravvivere, le speranze e le piccole felicità senza le quali l`uomo non può vivere e le crisi, lo sprofondarsi in abissi terribili. Essere condannato a finire la vita o almeno una grande parte della propria vita in carcere (come per Gramsci) richiede da parte del condannato strategie particolari di sopravvivenza.

Ciascuno reagisce in modo diverso, ma tutti devono fare i conti con il regolamento, con le costrizioni che cambiano la sensazione del proprio corpo, dello spazio e del tempo, con la scissione del mondo in un dentro e un fuori e con la crescente difficoltà di tenere insieme questi due mondi. “Gramsci ci ha aiutato con il suo ‘occhio dell’antropologo’, permettendoci la scoperta di una dimensione nella quale avvengono, come dice lui, ‘trasformazioni molecolari’ della persona”- afferma- Vito Minoia, docente di teatro di animazione alla facoltà di scienze della formazione dell’Università di Urbino e coordinatore dal 2002 del laboratorio teatrale, in questo progetto coadiuvato da Peter Kammerer, già docente si sociologia per il corso universitario di Filosofia. Nello spettacolo trovano spazio e prendono corpo in forma scenica alcune lettere di Gramsci ai figli Delio e Giuliano, alla moglie Giulia, alla cognata Tania, oltre a nuove scritture elaborate dagli stessi interpreti nel tentativo di ricostruire le emozioni più profonde vissute da chi trascorre un periodo di detenzione.

Martedì 18 maggio 2010 alle ore 10 nel Teatro di Via Fontesecco 88 è prevista la rappresentazione dello spettacolo ad un pubblico esterno composto da autorità locali, studenti di scuola secondaria, studenti universitari ed altre persone interessate che hanno inoltrato richiesta direttamente alla direzione della Casa Circondariale. Nei giorni precedenti il lavoro è stato rappresentato 4 volte, con alta ed intensa partecipazione, per il pubblico delle diverse sezioni di detenuti dell’Istituto penitenziario ed alla II B della Scuola Media “Galilei” di Villa Fastiggi, che all’interno del progetto educativo sostenuto dall’Ambito territoriale sociale n. 1 di Pesaro, ha avuto la possibilità di relazionarsi con un proprio spettacolo teatrale al contesto carcerario.

Il lavoro dei ragazzi, ispirato liberamente al testo Kiwani di Silvia Bartoli (detenuta-attrice anche nello spettacolo su Gramsci), già rappresentato sabato 8 maggio presso la Scuola Galilei, sarà replicato il 15 giugno presso la Biblioteca San Giovanni di Pesaro. E’ stato possibile realizzare lo spettacolo “Lettere dal carcere” grazie ad un contributo dell’Assessorato ai Beni ed Attività Culturali della Regione Marche. Il lavoro è idealmente dedicato al professor Emilio Pozzi, docente di Storia del teatro alla Facoltà di Sociologia, scomparso il 22 aprile scorso a Milano, che negli ultimi anni ha più volte collaborato e stimolato le sperimentazioni del laboratorio “La comunicazione teatrale”.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 17-05-2010 alle 18:08 sul giornale del 18 maggio 2010 - 1092 letture

In questo articolo si parla di cultura, teatro, pesaro, carcere, Teatro Aenigma, kiwani, antonio gramsci





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