Mons. Coccia al S. Salvatore: dai luoghi della sofferenza si apprende la speranza

coccia al san salvatore 2' di lettura 09/02/2010 - Il personale medico e infermieristico ha incontrato martedì 9 febbraio l’Arcivescovo nell’ambito delle visite per la XVIII Giornata mondiale del malato.

La speranza al centro dell’incontro tra Sua Eccellenza Arcivescovo Monsignor Piero Coccia e gli operatori sanitari del San Salvatore. Una speranza umana, quella richiesta martedì mattina ai professionisti del nosocomio cittadino durante l’incontro per la XVIII Giornata mondiale del malato che si celebra l’11 febbraio, ed una speranza cristiana quella offerta dalla fede “in grado di accompagnare verso una dimensione che porta oltre la morte e verso l’altro, il Signore”.



Reduce da una frattura al braccio, Sua eccellenza Piero Coccia porta ai professionisti del San Salvatore una riflessione sull\'importanza del servizio pastorale e sul ruolo degli operatori sanitari “chiamati ad abitare, con rinnovato impegno, amorosa sollecitudine e competenza, il mondo della sofferenza, luogo di apprendimento della speranza nella valorizzazione e tutela della vita umana”. Partendo dal messaggio lanciato dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei), “La Chiesa al servizio dell’amore per i sofferenti”, l’Arcivescovo si concentra su alcuni passaggi contenuti nella seconda lettera Enciclica del Papa: “Il luogo dove si apprende la speranza è il luogo della sofferenza. A chi è impegnato nel campo della salute Papa Benedetto XVI chiede le tre “C”: Competenza, Compassione e Consolazione, cioè dare conforto a chi è in difficoltà in maniera piena, forte e convincente.



E quando consola, chi lavora nella sanità deve dare speranza, una speranza di carattere umano; dove cede la condizione umana arriva la speranza che deriva da una fede solida, che porta oltre la morte e verso il Signore. Non chiedo ai professionisti di dare qualcosa di altro, ma nella malattia c’è necessità di speranza, umana e cristiana, per guardare al futuro e vedere la luce”. Il tema del dolore, della sofferenza e quindi della speranza si ripete anche nella Benedizione Pasquale dell’Arcivescovo Piero Coccia, incentrata sul ruolo della famiglia nell’educazione: “Educare nei confronti di una esperienza integrale della vita che comprende la dimensione della morte, della sofferenza e del dolore”.



Anche il direttore generale Gabriele Rinaldi, nella sua introduzione ha posto l’accento sul tema della speranza, partendo dalla frase di Cristo “Ero malato e mi siete venuti a trovare”. “L’ospedale è un luogo appartato – conclude Rinaldi –, che ospita persone che vedono cambiare la loro esistenza. Un luogo dove si incontrano dolore e speranza: il nostro compito è mettere al centro i pazienti e le persone che soffrono”.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-02-2010 alle 18:05 sul giornale del 10 febbraio 2010 - 971 letture

In questo articolo si parla di sanità, attualità, pesaro, Azienda ospedaliera San Salvatore, piero coccia





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