Presentazione del volume n.27 di \'Pesaro città e contà\'

3' di lettura 12/12/2009 - Martedì 15 dicembre 2009 alle ore 18,30 nell’auditorium di palazzo Montani (piazza Antaldi, 2 – 61121 Pesaro) la prof.ssa Bruna Bianchi, dell’università Ca’ Foscari di Venezia, presenta volume n. 27 (2009) di “Pesaro città e contà”, rivista della Società pesarese di studi storici, intitolato Il San Benedetto. Storia del manicomio pesarese dalle origini alla grande guerra di Paolo Giovannini.

Inaugurato il 1° gennaio 1829, il manicomio San Benedetto di Pesaro costituì per i tempi una struttura avanzata. Fino ad allora, infatti, unico argine sociale alla follia era “detenere” i dementi, e tale detenzione avveniva a Pesaro “sovra la porta detta dei Cappuccini”, a Fano sopra la porta di San Leonardo, e in modi simili a Gubbio e a Senigallia, allora appartenenti alla provincia metaurense: ma i pazzi “detenuti” non ricevevano alcuna cura e se davano in smanie erano al più quietati a bastonate dai custodi. Sicché mons. Benedetto Cappelletti, delegato apostolico di Urbino e Pesaro tra 1823 e 1829, dopo una visita ispettiva che gli procurò “orrore e ribrezzo”, si prodigò per l’erezione del manicomio che, in suo onore, fu detto di San Benedetto.


Lo studio di Paolo Giovannini ricostruisce le vicende edificatorie e amministrative del complesso manicomiale, che fu inaugurato con ventinove ricoverati e che presto dovette essere ampliato; dà notizia dei diversi direttori che ressero il San Benedetto (il più noto dei quali è Cesare Lombroso, che però lo diresse soltanto tra 1871 e 1872); illustra i sistemi di cura e la loro evoluzione clinica e ideologica; commenta la percezione sociale della pazzia e l’aumento dei ricoverati in relazione al diffondersi di piaghe come l’alcolismo o la pellagra. Ne risulta una studio che, attraverso pagine anche dure da leggere, fornisce uno spaccato di società nel quale si specchia sempre la fatica di vivere. Paolo Giovannini insegna Storia dell’Europa orientale all’università di Camerino. Studioso di storia sociale della sanità, del movimento cattolico e del fascismo, fa parte del comitato di redazione di “Storia e problemi contemporanei” e di “Nuova Rivista Storica”. Tra i suoi numerosi saggi, ricordiamo Cattolici nazionali e impresa giornalistica. Il trust della stampa cattolica (1907-1918) (Milano 2001) e in particolare “Tutto da abbattere, tutto da creare”. Le origini del fascismo nella provincia pesarese (1919-1922), (Bologna 1993). Bruna Bianchi insegna Storia contemporanea e Storia delle donne all\'università Ca\' Foscari di Venezia. I suoi interressi sono soprattutto centrati sulla prima guerra mondiale e sui temi del pacifismo e della deportazione nel \'900.



Dirige con Adriana Lotto la rivista telematica di studi sulla memoria femminile dell’università Ca’ Foscari “DEP.Deportate, esuli, profughe”. Autrice di numerosi saggi, ha fra l\'altro pubblicato Crescere in tempo di guerra. Il lavoro e la protesta dei ragazzi in Italia. 1915-1918, Venezia 1995; La follia e la fuga. Nevrosi di guerra, diserzione e disobbedienza nell\'esercito italiano (1915-1918), Roma 2001; sono inoltre a sua cura Deportazione e memorie femminili, 1899-1953, Milano 2002; e La violenza contro la popolazione civile nella Grande guerra, Milano 2006. La cittadinanza è invitata.






Questo è un articolo pubblicato il 12-12-2009 alle 17:45 sul giornale del 14 dicembre 2009 - 1379 letture

In questo articolo si parla di cultura, Società pesarese di studi storici, pesaro città





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